Regione Emilia Romagna e U.R.B.E.R. in piena sintonia sul ruolo e le competenze che la nuova Legge Regionale di settore riconosce agli otto Consorzi di bonifica, risultato del riordino avvenuto nel 2009: questo il senso della conferenza stampa congiunta di Tiberio Rabboni, Assessore all’agricoltura dell’Emilia Romagna e di Massimiliano Pederzoli, presidente dell’Unione Regionale Bonifiche (U.R.B.E.R.), tenutasi a Bologna venerdì 27 luglio.
Fra i 7 articoli delle Disposizioni per la Bonifica, approvati a larga maggioranza dal Consiglio Regionale, particolare attenzione suscita l’estensione delle competenze in materia di manutenzione territoriale alle aree montane, sancendo il principio che quanto viene versato dai consorziati di tali zone (oltre 14 milioni di euro, corrispondenti all’11% della contribuenza complessiva regionale), verrà reinvestito “in loco” per la sicurezza idrogeologica del territorio.
“E’ il pieno riconoscimento dell’importanza del lavoro che i Consorzi di bonifica attuano sul territorio regionale, che al 100% è attribuito alla loro competenza” ha sottolineato Pederzoli.
Altro argomento di straordinaria attualità e importanza è quello riferito alla sicurezza idraulica di vaste aree del territorio regionale che, a causa degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, richiedono interventi ormai indifferibili e urgenti in vista della prossima stagione autunnale anche per evitare ulteriori apprensioni alle popolazioni già provate. Per questo i due Consorzi maggiormente colpiti (il modenese Burana e il reggiano Emilia Centrale) hanno redatto i Piani di Emergenza per la gestione del rischio idraulico causato dal sisma, programmando e progettando gli interventi di carattere provvisionale da realizzare nell’arco temporale massimo di un paio di mesi prima delle piogge autunnali.
I finanziamenti necessari per la messa in opera dei Piani di Emergenza dei Consorzi ammontano complessivamente a 5.843.000 euro, di cui 4.652.000 per lavori nel comprensorio del Burana e 1.191.000 nel comprensorio dell’Emilia Centrale.
Accanto a ripristini arginali e manutenzioni straordinarie alla rete di bonifica deputata allo scolo delle acque di pioggia, la gran parte degli interventi mira a ricostruire o a ridare funzionalità a importanti impianti idraulici di sollevamento delle acque gravemente danneggiati dal sisma. “Senza i necessari interventi – segnala U.R.B.E.R. – la sicurezza idraulica del territorio è a gravissimo rischio.”
Qualche esempio: il crollo dell’impianto idrovoro Mondine comporta un rilevante incremento del rischio idraulico su un territorio di 83mila ettari; analogamente sono a rischio 70mila ettari serviti dal polo idraulico Pilastresi, così come 39mila ettari dipendenti dall’efficienza dell’impianto Bondeno-Palata, entrambi inagibili.“È attualmente alla firma del Commissario, Errani, l’ordinanza che permetterà il finanziamento regionale di questi progetti, nonchè degli interventi di A.I.Po e del Servizio Tecnico di Bacino per un importo di oltre 8 milioni di euro” ha annunciato l’assessore Rabboni.
Ulteriore capitolo affrontato è l’emergenza idrica, che sta colpendo anche le campagne dell’Emilia Romagna a seguito della “tropicalizzazione” delle condizioni climatiche: le elevate temperature e le scarse precipitazioni hanno determinato un incremento delle necessità idriche delle colture e aridità dei terreni, provocando una situazione di gravità eccezionale giudicata, in qualche caso, addirittura peggiore della “grande siccità” del 2003. I Consorzi di bonifica dell’Emilia-Romagna registrano un fabbisogno idrico in costante aumento rispetto al 2010. Per l’annata irrigua in corso, si prevede una richiesta d’acqua per l’agricoltura superiore a 1 miliardo di metri cubi.
“A causa delle maggiori irrigazioni, le aziende agricole potranno richiedere l’integrazione, fino al 100%, delle normali assegnazioni di carburante. Le Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia hanno già presentato richiesta al Governo per l’indennizzo dei danni arrecati dalla crisi idrica alla produzione agricola”, ha continuato Rabboni.
A tal proposito sono significativi i dati relativi al Canale Emiliano Romagnolo, una delle opere di adduzione d’acqua più importanti d’Italia: i volumi idrici derivati dal fiume Po, distribuiti nel bolognese nonché in tutta la Romagna per usi agricoli, industriali e civili, hanno raggiunto ad oggi 215 milioni di metri cubi con un incremento, registrato all’impianto Palantone, del 70% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. “Acqua indispensabile per la salvaguardia ambientale e l’economia del nostro territorio” ha concluso l’assessore regionale all’Agricoltura.