“Ripensare modello economico e stili di vita”
La comunità cristiana alla sfida del clima che cambia
Dal Vicariato di Roma un forte appello all’impegno dei fedeli in vista della COP21 di Parigi: “l’ecologia è il tema centrale della fede”. Per dare sostanza alle parole dell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco vanno aggredite le fondamenta dell’attuale modello di sviluppo, i meccanismi dell’economia di mercato e lo strapotere di tecnocrazia e finanza speculativa
Roma, 7 novembre 2015 – È un messaggio di profonda radicalità quello proveniente dalla Giornata per la Custodia del Creato, organizzata dal Vicariato di Roma in collaborazione con l’associazione Greenaccord Onlus, con l’obiettivo di evidenziare la posizione che il mondo cattolico intende assumere in vista della delicatissima Conferenza sul clima COP21 che si aprirà a fine mese a Parigi. Una denuncia chiara e netta dei limiti dell’attuale modello di sviluppo – economico, sociale, ambientale – connesso con lo strapotere di tecnocrazia e finanza speculativa, ha accomunato tutti gli interventi dei relatori partecipanti al convegno “La comunità cristiana e la cura della Casa comune” che ha aperto la due-giorni di eventi che caratterizzeranno il weekend romano, che culminerà domani, 8 novembre, con la Marcia per la Terra da Piazza del Colosseo e la Festa Laudato Si’ in Piazza Santi Apostoli.
“Dobbiamo tornare ad abitare la Terra con mitezza. E per farlo dobbiamo ripensare l’economia di mercato e rifondare i nostri stili di vita” ha spiegato con chiarezza Mons. Guerino di Tora, Vescovo ausiliare di Roma nel suo intervento di apertura. Un impegno che deve vedere coinvolti tutti i cittadini in modo da “uscire da ambienti ristretti per trasfigurare il Creato intero insieme a tutte le persone di ogni razza e religione”.
La sfida appare imponente, considerato lo strapotere della visione dominante che sottovaluta le insostenibili conseguenze di uno sviluppo senza limiti. Ma nel cambio di visione e nella linea da seguire un aiuto arriva al mondo dei fedeli dai coraggiosi contenuti dell’ultima Enciclica papale, quella Laudato Si’ con cui Papa Francesco è riuscito a imporre il dibattito ecologico sulla scena politica e culturale mondiale. “L’ecologia è un tema centrale della fede. Il rapporto con la realtà creata è il cuore dei problemi. La sfida è di relazionarci alle cose ponendoci dei limiti” spiega Don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni, nella sua analisi del testo papale, nella quale ha sottolineato l’importanza che l’uomo ritrovi la forza di accettare i propri limiti e “rifiuti il senso di onnipotenza connesso con il delirio tecnologico derivante dal senso di relazione con le cose, il Creato, la realtà”: “oggi il principio è il guadagno, lo sfruttamento delle risorse, le attuali leggi di mercato impongono di non diffondere collettivamente i beni comuni e le risorse. Il modello di sviluppo si regge sulla povertà, la sofferenza, la sopraffazione”. Un approccio che deriva dalla “violazione dell’unità tra Noi e la Creazione” prosegue Rosini. “Noi abbiamo la stessa origine della Creazione. Se rifiutiamo il nostro essere creature e poniamo distanza tra noi la realtà, allora ci percepiamo come un altro essere, ci poniamo al centro del mondo e finiamo per trattare le cose come mera materia da usare”.
Per passare dalle riflessioni teologiche e i moniti morali alle soluzioni concrete, essenziale è il ruolo di economisti, scienziati ed esperti che possono proporre le policy necessarie: “Alla prossima Conferenza sul Clima, i politici devono superare gli interessi di parte, nella consapevolezza che in gioco c’è il destino stesso dell’umanità” spiega Andrea Masullo, professore di Fondamenti di economia ecologica e presidente del Comitato scientifico di Greenaccord Onlus. Obiettivo: arrivare a un accordo vincolante che permetta di limitare a 2 °C il surriscaldamento globale (“anche se uno studio del più illustre climatologo mondiale, James Hansen, ritiene che non si debba andare oltre il grado e mezzo di aumento”). Come raggiungerlo? Agendo su più fronti: “il consumo eccessivo di prodotti agricoli per alimentare il bestiame necessario a soddisfare le diete sbilanciate in favore di proteine animali presenti sulle mense dei ricchi”; “il land grabbing delle multinazionali per produrre biocombustibili”; “l’uso di fonti fossili, prime responsabili del surriscaldamento globale”. Traguardi raggiungibili solo attraverso un chiaro impegno politico, che non verrà preso senza altrettanto chiare pressioni della società civile. E in questo senso, la grande comunità dei cristiani può essere determinante: “A Parigi dovranno essere previsti anche meccanismi di governance mondiale sull’ambiente, in grado di esprimere sanzioni contro chi non rispetta gli impegni di riduzione delle emissioni di gas climalteranti” spiega Masullo. “Altrimenti tutti gli accordi rischiano di rimanere solo sulla carta”.
text is available only in italian