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Radici, l’altra faccia dell’immigrazioneRadici, l’altra faccia dell’immigrazione

A partire da venerdì della prossima settimana Radici va in replica su Rai Tre.
Radici è un viaggio alle radici di una persona e della sua cultura, del suo
Paese e della sua gente. Quattro immigrati che vivono in Italia ci portano nella
loro terra natale. Andiamo in Senegal, Bolivia, Marocco e Bosnia. Ogni viaggio
ha una o un protagonista, che guida Davide Demichelis alla scoperta delle sueThe text is available only in Italian
origini. Questa serie si colloca fra il travel show e il documentario sociale, con
uno sguardo volutamente strabico che alterna, salta, oscilla costantemente fra il
totale (culture, tradizioni, politica, sociale) e il particolare (la famiglia
dell’immigrata o dell’immigrato, gli amici, i compagni ed i luoghi della sua
infanzia).
L’immigrato è una guida d’eccezione: parla italiano e quindi comunica
direttamente al pubblico l’emozione di ritrovare i suoi luoghi natali e la sua gente.
Ma descrive anche in prima persona le difficoltà che lo hanno spinto a lasciare il
suo Paese e a venire in Italia. Lo sguardo attento e critico di queste persone ci
offre un punto di vista originale, una prospettiva nuova nella scoperta di
queste terre lontane, aiutandoci così ad entrare molto più in profondità nella
cultura e nel tessuto sociale del loro Paese.
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Davide Demichelis, oltre a stimolare l’immigrato con varie domande, vive
le varie situazioni del viaggio, avventurandosi in esperienze che aiutano a
comprendere le caratteristiche peculiari di ogni territorio, le particolarità di ogni
cultura e le differenze dalla nostra. Dal medico tradizionale in Bolivia o al teatro
dell’Opera in Bosnia, a una festa tradizionale dei cantastorie in Senegal o nei
cantieri edili in Marocco, si costituisce una sorta di mosaico che attraverso molte
piccole esperienze, forma il tessuto di questo nostro mondo: così diverso, eppure
così uguale.
La vita, i colori, gli aspetti positivi e negativi della vita di ogni Paese
vengono resi attraverso In linguaggio delle immagini: cartoline per documentare
le bellezze naturalistiche, paesaggistiche, architettoniche, ma anche immagini di
forte impatto per offrire al pubblico un panorama completo sulla povertà, la
sperequazione, lo sfruttamento. Uno sguardo sulla realtà a 360 gradi, senza
scadere in toni pietistici o compassionevoli. Brevi inserti di immagini
documentano anche la vita quotidiana dell’immigrato in Italia, il suo lavoro, la
sua casa, la sua città e le persone con cui vive. Queste situazioni vengono inserite
nel viaggio in cui l’immigrato racconta la sua vita nel nostro Paese, al fine di
documentare anche visivamente quanto ha portato della sua cultura anche nella
Penisola.
“Radici” offre uno sguardo nuovo, disincantato e sereno sul fenomeno
dell’immigrazione. Gli immigrati regolari in Italia sono 4.570.317, pari al 7,5 per
cento della popolazione (dossier Caritas/Migrantes 2011). La loro presenza è
cresciuta di tre milioni di unità solo negli ultimi dieci anni. Gli irregolari,
secondo le ultime stime, sono circa mezzo milione (meno dell’uno per cento della
popolazione).
Sono alcune decine di migliaia ogni anno i disperati che attraversano il
Mediterraneo con le “carrette del mare”, ma fanno notizia: radio e giornali, tv e
siti web parlano quasi solo di loro, per via della drammaticità della situazione. Gli
immigrati regolari invece sono molto più numerosi, contribuiscono a creare l’11
per cento del Prodotto Interno Lordo (stima Unioncamere 2008), incidendo per
il 10 per cento sul totale dei lavoratori dipendenti. Ma di loro non si parla mai.
Eppure, senza il loro contributo, lo Stato perderebbe ogni anno 11 miliardi di
contributi fiscali e previdenziali.
La gran parte degli stranieri che vive in Italia dunque, vive una vita
normale, spesso segnata da un lavoro duro, al solo scopo di garantirsi la
sopravvivenza e magari mandare qualche aiuto alla famiglia, nel Paese d’origine.
“Radici”, fra avventura e realtà sociale, fra il gusto per l’esotico e la passione per
culture e tradizioni diverse dalle nostre, restituisce un volto e un’identità a
queste persone e alle loro storie.

Radici è un viaggio alle radici di una persona e della sua cultura, del suoPaese e della sua gente. Quattro immigrati che vivono in Italia ci portano nellaloro terra natale. Andiamo in Senegal, Bolivia, Marocco e Bosnia. Ogni viaggioha una o un protagonista, che guida Davide Demichelis alla scoperta delle sueorigini. Questa serie si colloca fra il travel show e il documentario sociale, conuno sguardo volutamente strabico che alterna, salta, oscilla costantemente fra iltotale (culture, tradizioni, politica, sociale) e il particolare (la famigliadell’immigrata o dell’immigrato, gli amici, i compagni ed i luoghi della suainfanzia).L’immigrato è una guida d’eccezione: parla italiano e quindi comunicadirettamente al pubblico l’emozione di ritrovare i suoi luoghi natali e la sua gente.Ma descrive anche in prima persona le difficoltà che lo hanno spinto a lasciare ilsuo Paese e a venire in Italia. Lo sguardo attento e critico di queste persone cioffre un punto di vista originale, una prospettiva nuova nella scoperta diqueste terre lontane, aiutandoci così ad entrare molto più in profondità nellacultura e nel tessuto sociale del loro Paese.2Davide Demichelis, oltre a stimolare l’immigrato con varie domande, vivele varie situazioni del viaggio, avventurandosi in esperienze che aiutano acomprendere le caratteristiche peculiari di ogni territorio, le particolarità di ognicultura e le differenze dalla nostra. Dal medico tradizionale in Bolivia o al teatrodell’Opera in Bosnia, a una festa tradizionale dei cantastorie in Senegal o neicantieri edili in Marocco, si costituisce una sorta di mosaico che attraverso moltepiccole esperienze, forma il tessuto di questo nostro mondo: così diverso, eppurecosì uguale.La vita, i colori, gli aspetti positivi e negativi della vita di ogni Paesevengono resi attraverso In linguaggio delle immagini: cartoline per documentarele bellezze naturalistiche, paesaggistiche, architettoniche, ma anche immagini diforte impatto per offrire al pubblico un panorama completo sulla povertà, lasperequazione, lo sfruttamento. Uno sguardo sulla realtà a 360 gradi, senzascadere in toni pietistici o compassionevoli. Brevi inserti di immaginidocumentano anche la vita quotidiana dell’immigrato in Italia, il suo lavoro, lasua casa, la sua città e le persone con cui vive. Queste situazioni vengono inseritenel viaggio in cui l’immigrato racconta la sua vita nel nostro Paese, al fine didocumentare anche visivamente quanto ha portato della sua cultura anche nellaPenisola.“Radici” offre uno sguardo nuovo, disincantato e sereno sul fenomenodell’immigrazione. Gli immigrati regolari in Italia sono 4.570.317, pari al 7,5 percento della popolazione (dossier Caritas/Migrantes 2011). La loro presenza ècresciuta di tre milioni di unità solo negli ultimi dieci anni. Gli irregolari,secondo le ultime stime, sono circa mezzo milione (meno dell’uno per cento dellapopolazione).Sono alcune decine di migliaia ogni anno i disperati che attraversano ilMediterraneo con le “carrette del mare”, ma fanno notizia: radio e giornali, tv esiti web parlano quasi solo di loro, per via della drammaticità della situazione. Gliimmigrati regolari invece sono molto più numerosi, contribuiscono a creare l’11per cento del Prodotto Interno Lordo (stima Unioncamere 2008), incidendo peril 10 per cento sul totale dei lavoratori dipendenti. Ma di loro non si parla mai.Eppure, senza il loro contributo, lo Stato perderebbe ogni anno 11 miliardi dicontributi fiscali e previdenziali.La gran parte degli stranieri che vive in Italia dunque, vive una vitanormale, spesso segnata da un lavoro duro, al solo scopo di garantirsi lasopravvivenza e magari mandare qualche aiuto alla famiglia, nel Paese d’origine.”Radici”, fra avventura e realtà sociale, fra il gusto per l’esotico e la passione perculture e tradizioni diverse dalle nostre, restituisce un volto e un’identità aqueste persone e alle loro storie.

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