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Preghiera della Comunità – L’Anno Internazionale delle Foreste dall’Onu per il 2011

Preghiera della Comunità. L’Anno Internazionale delle Foreste dall’ONU per il 2011. I fiumi battano le mani, acclamino tutti gli alberi della foresta (Salmi 97.95)

Secondo le possibilità, si può celebrare la preghiera all’aperto, sotto gli alberi, vicino a un corso d’acqua… oppure il luogo della preghiera può essere arredato con posters o foto di foreste, di boschi, di torrenti, di mari…

Introduzione

L’Anno Internazionale delle Foreste, indetto dall’ONU per il 2011, intende stimolare in tutti la crescita della consapevolezza sull’urgenza di proteggere le fragili risorse forestali del pianeta, e mobilitare all’azione per promuovere una gestione sostenibile delle foreste.

Con la celebrazione delle foreste e della loro importanza nella vita quotidiana, tale Anno costituisce uno strumento per sviluppare in modo efficace la coscienza sul ruolo delle foreste nel conservare forza e vitalità al pianeta, come pure per raggiungere gli obiettivi concordati di sviluppo internazionale, compresi gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

In atteggiamento di preghiera, poniamo al centro della nostra attenzione, insieme alle foreste, l’acqua: un legame di dipendenza vitale unisce le foreste all’acqua. L’ONU ha dedicato rispettivamente il 21 e il 22 marzo quali giorni di speciale memoria di questi due doni di Dio indispensabili per la vita.

Canto (inno allo Spirito creatore…, lode e ringraziamento a Dio che dona la vita…, Cantico delle creature…).

Nel nome del Creatore, fonte di vita,

nel nome di Cristo, ritmo di vita,

nel nome dello Spirito, respiro di vita.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

O Dio, siamo riuniti nel tuo nome,

per lodarti in questo santuario che è la Terra,

un pianeta ripieno della tua presenza

palpitante nelle sue foreste,

vibrante nelle sue terre,

pulsante nelle sue zone selvagge,

scintillante nei suoi fiumi.

O Dio, rivelati a noi in questo luogo,

e mostraci il tuo volto nella creazione.

(tutti) Santo! Santo! Santo! La terra è piena della presenza di Dio.

Con sguardo attento, con cuore contrito e penitente…

L’aspetto di conquista e di sfruttamento delle risorse è diventato predominante e invasivo, ed è giunto oggi a minacciare la stessa capacità ospitale dell’ambiente: l’ambiente come “risorsa” rischia di minacciare l’ambiente come “casa”.

La distruzione delle foreste, anche tramite sconsiderati incendi dolosi, accelera i processi di desertificazione con rischiose conseguenze per le riserve di acqua e compromette la vita di molti popoli indigeni e il benessere delle future generazioni.

Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 461.466

Rit. cantato: Signore Dio della vita, abbi pietà di noi!, oppure Kyrie eleison!

Il 20 aprile, un’esplosione e un incendio alla piattaforma petrolifera della British Petroleum “Deepwater Horizon” ha causato la morte di 11 operai e, due giorni dopo, l’affondamento della piattaforma stessa. Si è scoperto che il pozzo, posto a oltre 1500 metri dalla superficie dell’oceano, riversava petrolio grezzo direttamente nel Golfo del Messico, bagnando le coste della Luisiana, del Mississippi, dell’Alabama e della Florida, inquinando le terre paludose ricche di vita e le spiagge, uccidendo uccelli, pesci, gamberi, ostriche, granchi e altre creature marine, e distruggendo i mezzi di sostentamento delle comunità della regione. Nel mare, ampie scie di petrolio e solventi chimici minacciano il fragile ecosistema dell’oceano.

Rit.

La regione amazzonica è «uno degli spazi più apprezzati del mondo per la sua diversità biologica, che lo rende vitale per l’equilibrio ambientale di tutto il pianeta» (Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 466).

«Il mondo intero è stato disboscato quando nessuno immaginava l’importanza delle foreste per la sopravvivenza dell’uomo sul pianeta. Adesso è rimasta quasi solo l’Amazzonia e non si può distruggere anche questa. Il mondo ha bisogno dell’Amazzonia per respirare. Petrolio, gas, minerali, acqua – l’acqua che un giorno avrà più valore del petrolio – usiamoli pure, ma salviamo la foresta, basta con i tagli degli alberi nella foresta» (Parole di Edmílson, seringueiro dell’Amazzonia).

Rit.

Il Congo è il secondo fiume più largo della terra per volume ed ha la seconda foresta pluviale più vasta del mondo. Il bacino del Congo alimenta una larga porzione della biodiversità dell’Africa con più di 600 specie di alberi e 10000 specie animali. Il milione e mezzo di chilometri quadrati del bacino del Congo è diviso tra sei nazioni. Quello del Congo è uno degli ecosistemi più minacciati al mondo. Il taglio degli alberi per fini commerciali, l’abbattimento per un’agricoltura di sussistenza e la guerra civile dilagante hanno devastato le foreste, hanno disperso i suoi abitanti e hanno determinato l’espandersi del commercio di frodo. A partire dagli Anni Ottanta, l’Africa ha avuto il tasso di deforestazione più alto di qualunque altra area del globo.

Rit.

L’Indonesia ha un’area forestale pari al 10% della restante foresta tropicale, ma nel paese del sud-est asiatico – le cui foreste sono un tesoro di piante e di speci animali compresi gli orangotango la cui esistenza è minacciata – ha già perduto, secondo le stime, il 72% della sua originale foresta. Attualmente il paese è il secondo produttore mondiale di olio di palma ed ha circa 5 milioni di ettari di piantagioni di palma da olio. Nella provincia indonesiana di Riau, le compagnie del settore stanno bruciando le foreste di torba per diboscare la terra e crearvi piantagioni, nonostante l’impegno del governo a porre fine agli incendi della foresta. Questi costituiscono ogni anno una minaccia per l’Indonesia e i paesi limitrofi, sempre più frustrati per l’apparente insuccesso nel tenere sotto controllo nella stagione secca le fiamme e le nubi di fumo o la foschia, che soffocano la regione. Oltre a mettere a rischio la salute di milioni di persone e a danneggiare l’ambiente, il fumo rilascia grandi quantità di diossido di carbonio, alimentando il riscaldamento globale.

Rit.

Nella Regione della Murcia, Spagna, il 45% del territorio è coperto da boschi. I processi di deforestazione in quest’area sono principalmente il risultato degli incendi e della rimozione degli alberi e degli arbusti per consentire l’agricoltura o l’espansione urbana. Gli incendi sono diventati frequenti nei boschi dominati da pini durante gli ultimi cinquant’anni. Le pinete non sono l’evoluzione naturale dei boschi in queste aree. Sono state introdotte come scelta di riforestazione, in quanto i pini crescono più velocemente dei boschi “naturali” e gli alberi possono essere usati per legname.

Rit.

L’introduzione di coltivazioni europee e di tecniche di gestione dell’acqua ha avuto un effetto drammatico sull’ambiente australiano. La salinità è una delle cause più serie del degrado dell’acqua che i fiumi dell’Australia si trovano oggi ad affrontare. Un altro problema è che dai fiumi australiani viene attinta più acqua di quanta ne venga immessa. Poiché l’Australia è un territorio molto arido, solo una quantità limitata di acqua è disponibile. Un fiume ha bisogno di un certo volume di acqua per poter scorrere in modo corretto, per fornire condizioni di vita adeguate agli animali e al pesce e per dare acqua sufficiente alle piante.

Rit.

I partecipanti possono aggiungere notizie

sulla situazione delle foreste e delle acque nel proprio territorio.

La fede in Dio creatore dell’universo e Padre buono di ogni creatura ci sollecita ad assumere la responsabilità per le ferite inferte alle foreste, per l’uso-abuso delle acque, e per le conseguenze di tali azioni subite specialmente dai più deboli.

(insieme): “Io sono la foresta che viene tagliata.

Io sono i fiumi e l’aria che vengono inquinati.

E sono io anche colui che taglia la foresta

e che inquina i fiumi e l’aria.

In ogni specie vedo me stesso

e in me stesso vedo tutte le specie.

(Thich Nhat Hanh in Plum Village Chanting and Recitation Book)

Il progetto di Dio

«Occorre tener conto della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinato, ch’è appunto il cosmo» (Sollicitudo rei socialis, 34).

Dal libro della Genesi (1,6-12)

Al tempo delle origini, Dio disse: “Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque”. Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: “La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie”. E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona.

silenzio per la riflessione

L’atteggiamento che deve caratterizzare l’uomo di fronte al creato è essenzialmente quello della gratitudine e della riconoscenza. Il mondo si offre allo sguardo dell’uomo come traccia di Dio, luogo nel quale si disvela la Sua potenza creatrice, provvidente e redentrice.

(Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 487)

Per sorella acqua,

la quale è molto umile ed utile e preziosa e casta:

benedetto sii tu, Signore, che l’hai creata!

Per sorella nostra madre terra,

che produce diversi frutti

con coloriti fiori ed erba:

benedetto sii tu, Signore, che l’hai creata!

Per le foreste che purificano l’acqua e l’aria

che proteggono dall’erosione del suolo e dai venti impetuosi,

che preservano la diversità biologica

benedetto sii tu, Signore, che le hai create!

Per i ruscelli e i fiumi,

per le sorgenti e le piogge,

per i mari e gli oceani:

benedetto sii tu, Signore, che li hai creati!

Esperienze

Dio stesso offre all’uomo l’onore di cooperare con tutte le forze dell’intelligenza all’opera della creazione.

Tutti, individui e soggetti istituzionali, devono sentirsi impegnati a proteggere il patrimonio forestale e, dove necessario, promuovere adeguati programmi di riforestazione.

L’utilizzazione dell’acqua e dei servizi connessi deve essere orientata al soddisfacimento dei bisogni di tutti e soprattutto delle persone che vivono in povertà. Senza acqua la vita è minacciata. Dunque, il diritto all’acqua è un diritto universale e inalienabile.

Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 460.466.484.485

La Corea del sud costituisce per il resto del mondo, in molti modi, un modello di riforestazioni. Mezzo secolo fa, al termine della guerra di Corea, il paese montuoso era in gran parte deforestato. Il governo della Corea del sud lanciò un appello agli inizi degli Anni Sessanta perché si concentrassero gli sforzi per la riforestazione nazionale. Appoggiandosi alla creazione di cooperative di villaggio, centinaia di migliaia di persone si mobilitarono per scavare fossati e creare terrazzamenti per sostenere gli alberi sulle montagne brulle. Il risultato fu un’evidente miracolosa rinascita della foresta in un terreno arido.

Oggi le foreste coprono il 65% del paese, un’area di circa 8 milioni di ettari. Viaggiando, fa piacere vedere il lussureggiante ergersi degli alberi sulle montagne che una generazione fa erano brulle. E’ davvero possibile riforestare la terra!

Tramite la “Child Forest Campaign”, è iniziata in Bangladesh una campagna per piantare un milione di alberi. Il futuro dell’ambiente mondiale richiede lo sviluppo di un’intera nuova generazione di dirigenti sensibili verso l’ambiente. La “Child Forest Campaign” si propone di piantare gli alberi di villaggio in villaggio, per un numero di 1000 villaggi, nello sforzo di limitare al minimo la perdita del nucleo delle foreste e di creare zone cuscinetto per proteggere il patrimonio boschivo tradizionale. Occorre guardare le foreste attraverso gli occhi dei bambini per salvare un pianeta che è malato.

In Italia, in un paese in provincia dell’Aquila, durante l’annuale Festa del narciso uno dei carri che sono sfilati per il paese era dedicato all’acqua e si chiamava: “Chiarissima? Purissima? Carissima!”. Il carro proposto voleva evidenziare il problema dell’acqua che con il nuovo decreto legge del governo si trasforma da bene di tutti e per tutti in merce, con la conseguenza che parti povere del paese, già carenti di acqua potabile, saranno ancor più penalizzate. La storia delle gocce d’acqua racconta questo passaggio dall’acqua della fonte all’acqua resa schiava di un nuovo Padrone. La responsabilità di ognuno di noi è fondamentale per far si che l’acqua resti bene pubblico a costi accessibili e non merce legata alle leggi di mercato con costi proibitivi per la popolazione.

In Italia, un milione e quattrocentomila firme sono stati raccolte e consegnate alla Corte di Cassazione per promuovere un referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici.

Ciascuno può raccontare esperienze positive conosciute, iniziative intraprese nel proprio territorio, e/o condividere riflessioni scaturite da quanto ascoltato.

Preghiamo (o cantiamo) insieme con le parole del Salmo:

Cantate al Signore un canto nuovo,

cantate al Signore, uomini di tutta la terra.

Cantate al Signore, benedite il suo nome,

annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

Dite tra le genti:

“Il Signore regna!”.

È stabile il mondo, non potrà vacillare!

Egli giudica i popoli con rettitudine.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,

risuoni il mare e quanto racchiude;

sia in festa la campagna e quanto contiene,

acclamino tutti gli alberi della foresta

davanti al Signore che viene:

sì, egli viene a giudicare la terra;

giudicherà il mondo con giustizia

e nella sua fedeltà i popoli.

Gloria al Padre…

(dal Salmo 95, vv. 1-2.10-13)

Dio creatore e giardiniere del mondo,

che offri gli alberi, i campi e ogni erba,

che custodisci le foreste, i boschi e le vaste pianure,

che rendi feconde le acque e vesti la Terra del suo leggero manto azzurro,

ti chiediamo di benedire ciascuno di noi e coloro che hanno il potere

di deviare dalla strada che ci sta portando alla distruzione;

ti chiediamo di benedire il nostro impegno per preservare la vita di tutta l’umanità

e dell’intera comunità dei viventi.

Benedici la nostra Terra e benedici noi tue creature, tempio del tuo Santo Spirito.

Per Cristo Gesù, tuo Figlio e nostro Signore.

Amen.

Canto conclusivo (di benedizione, di ringraziamento, di lode…).

Alcune domande per la riflessione:

  1. Come membri di Istituti religiosi internazionali, in quale modo siete solidali con i fratelli e le sorelle che vivono nei paesi per i quali avete pregato durante questo momento di preghiera’
  2. Mentre stavate pregando, avete provato e riconosciuto qualche sentimento particolare, avete colto qualche legame con aspetti della vita vostra, della vostra famiglia… oppure, avete individuato alcune istanze che vi si collegano, riguardo alla nostra chiamata di cristiani ad essere strumenti di vita?
  3. In quali modi, durante questo anno, potete prendervi a cuore nella preghiera le foreste e le persone che da esse dipendono?
  4. C’è qualcosa di pratico che voi e/o la vostra comunità potete fare per vivere in modo più sostenibile, per reintegrare le foreste e/o migliorare alcuni ecosistemi locali, nazionali o internazionali?

 

 

Questo servizio di preghiera è stato preparato dalle Clarisse di Cortona, Italia, per la Commissione JPIC.

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