Pubblichiamo questo articolo del presidente di Greenaccord, Alfonso Cauteruccio pubblicato su “L’Economia Civile“, inserto di “Avvenire”.
Il grido della Terra è risuonato nei palazzi del potere. Complici la ricerca scientifica e la spinta venuta dalla grande enciclica di papa Francesco, oggi – e con un consenso unanime – vediamo raggiunto un traguardo che pareva impensabile: l’inserimento in Costituzione di ambiente, biodiversità, ecosistemi, animali.
Per noi di Greenaccord, che ci occupiamo di tutela del Creato dal 2003, è un buon risultato, adesso si tratterà di verificarne le ricadute. In generale, finalmente l’ambiente è stato riconosciuto come bene proprio e non più dipendente dalle necessità dell’uomo. A livello emotivo trovo fondamentale la centralità per l’interesse delle future generazioni: la cura del Creato non può essere inquadrata nei tempi soliti della politica solita (se va bene cinque anni), ma piuttosto in uno scenario che contempli le generazioni future. Quelle che, purtroppo, subiranno i nostri errori. Siamo infatti incapaci, come ci ricorda la Laudato si’, «di pensare seriamente alle future generazioni», perché incapaci «di ampliare l’orizzonte delle nostre preoccupazioni e pensare a quanti rimangono esclusi dallo sviluppo», mentre «siamo noi i primi interessati a trasmettere un pianeta abitabile per l’umanità che verrà dopo di noi» (nn. 159-160).
Dal punto di vista giuridico, essendo il nostro Paese arrivato dopo l’esperienza di altri Paesi, questo ci ha consentito di elaborare un testo completo e avanzato. È vero: manca, secondo alcuni, il riferimento alla «stabilità climatica». Ma ciò sarebbe stato fonte di interpretazioni non univoche perché non sempre gli scienziati concordano su cosa garantisce stabilità climatica e sui modi per ottenerla.
È fondamentale anche il riferimento all’ambiente nell’articolo 41: laddove, cioè, si disciplina l’iniziativa economica e laddove si prevede che la «legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali ». Tale inserimento è passato in sordina: ma è, invece, chiave strategica affinché le iniziative economiche siano informate all’opportuna e inderogabile veste della sostenibilità ambientale. L’iniziativa economica privata non dovrà mai recare danno all’ambiente.
Infine un richiamo all’operatività. Occorreranno leggi-quadro per affermare principi di carattere generale utili per una visione coerente alle varie leggi che saranno emanate. Ciò anche per evitare ricorsi alla Corte Costituzionale. Senz’altro una legge- quadro occorrerebbe per definire le forme di tutela verso gli animali e una seconda per stabilire i criteri affinché l’attività economica sia indirizzata a fini socio-ambientali.
Grandi aspettative e prospettive si aprono per la cura della casa comune. Da oggi abbiamo uno strumento in più. E il legislatore è chiamato a essere previdente, lungimirante, sapiente. E anche veloce.
Alfonso Cauteruccio
Presidente Greenaccord Onlus
*Immagine della petizione su Change.org supportata anche da Greenaccord