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Ogm, una falsa opportunità. Le preoccupazioni dei contadini italiani al Forum GreenaccordThe concern of Italian farmers at Greenaccord Forum

Università degli Studi Suor Orsola Benincasa

Ogm, una falsa opportunità

Le preoccupazioni dei contadini italiani al Forum Greenaccord

Coldiretti, principale organizzazione degli agricoltori, partner dell’XI Forum dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura, sottolinea il pericolo di una diffusione degli organismi geneticamente modificati. E invoca il rispetto del principio europeo di precauzione. Per tutelare la diversità e la qualità dei prodotti made in Italy

Napoli, 11 Ottobre 2014 – “Dagli Anni ’90 le colture agricole hanno perso il 75% della diversità genetica. Il vero problema è bloccare questa diminuzione e distribuire meglio la produzione e il consumo di cibo, non di autorizzare l’utilizzo di organismi geneticamente modificati”. Il messaggio arriva da Cinzia Coduti, responsabile Ambiente e Territorio di Coldiretti, intervenuta nella giornata conclusiva dell’XI Forum dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura organizzato all’università Suor Orsola Benincasa dall’associazione Greenaccord Onlus e dal Comune di Napoli.

Un tema, quello degli Ogm, che appassiona molto gli oltre cento giornalisti stranieri presenti in sala e divide l’opinione pubblica. Ma che è visto con preoccupazione dagli agricoltori italiani.

“Alla base della nostra contrarietà – osserva Coduti – c’è la volontà di difendere la nostra distintività e unicità, che passa attraverso la bellezza del nostro territorio e delle diverse produzioni agroalimentari che permettono al made in Italy di essere conosciuto, apprezzato e invidiato in tutto il mondo”.

C’è poi l’esigenza di evitare un’omologazione di gusti e prodotti che certamente non è utile né per i consumatori né per l’ambiente. “Noi possiamo fare tanto e avere tanto dalle nostre produzioni già oggi, senza ricorrere agli Ogm, tutelando al tempo stesso biodiversità, territori e conservazione delle risorse naturali”, commenta Coduti, che sottolinea al tempo stesso i pericoli per la salute pubblica derivante dall’uso di materie prime geneticamente modificate che potrebbero causare danni nel medio e lungo periodo. In tre parole: principio di precauzione. “Un principio più volte ricordato in numerose sentenze della magistratura italiana ed europea. Pochi mesi fa, ad esempio, il Tribunale amministrativo del Lazio ha sentenziato che quando sussistono incertezze riguardo all’esistenza o alla portata di rischi per la salute delle persone, possono essere adottate misure protettive senza dover attendere che siano esaurientemente dimostrate la realtà e la gravità dei rischi”.

E, sottolinea Coldiretti, non bisogna dimenticare l’importanza di un’educazione alimentare che coinvolga tutte le generazioni. “L’informazione corretta è essenziale. Dobbiamo abituarci a distinguere le differenze tra i prodotti, la loro provenienza, il loro metodo di coltivazione. Dobbiamo insegnare a leggere bene le etichette per capire che cosa compriamo”. Una scelta consapevole sul nostro stile di alimentazione che può fare la differenza. Per la salute di ciascuno di noi e per il futuro dell’ambiente.

XI Forum Internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura

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Informazioni STAMPA durante i lavori: 8-11 Ottobre 2014

Comunicati stampa: http://www.greenaccord.org/napoli-2014-sala-stampa#

Programma: http://www.greenaccord.org/napoli-2014-programma#

Abstract dei relatori (se disponibili): http://www.greenaccord.org/napoli-2014-abstract#

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www.greenaccord.orgNaples, 8-11 ottobre 2014

Suor Orsola Benincasa University

The concern of Italian farmers at Greenaccord Forum

Coldiretti, leading farmers’ association and partner of the International Media Forum for the Protection of Nature, highlights the danger behind widespread use of genetic modified organisms. And invokes Europe’s precautionary principle. To safeguard the diversity and the quality of the ‘made in Italy’ products.

Naples, 11 October 2014 –

“Since the 1990s, crops have lost 75% of their genetic diversity. The real problem is to stop this decline and distribute food production and consumption more effectively, but also to prevent the use of genetically modified organisms”. The statement comes from Cinzia Coduti, responsible for environmental and territory issues at Coldiretti, who participated in the International Media Forum for the Protection of Nature organised by Greenaccord Onlus in partnership with City of Naples.

An engaging topic for more than one hundred journalists at the forum that divides public opinion. And raises the objections of Italian farmers.

“Our concern – said Coduti – is to protect the uniqueness of our beautiful territory and the variety of our agri-food  products through which the brand ‘made in Italy’ is known, appreciated and envied in the world.”  There is also a need to avoid standardisation of taste and products that does not help neither the consumers nor the environment. “We can do a lot and receive a lot from our products right now without having to use GMOs, and at the same time safeguard biodiversity, the territories and the conservation of natural resources.” Coduti also highlighted that the use of genetically modified raw materials may be dangerous for health and cause damage in the medium and long run. In three words: the precautionary principle. “A principle that often comes up in the rulings of Italian and European judges. A few months ago, the administrative court of the Lazio region stated that protective measures can be adopted if uncertainty persists about the existence or the impact of health risk for humans, without having to wait for evidence of their existence or the seriousness of the risk.”

Coldiretti also underlined the importance of nutrition education at all ages.  “Accurate information is fundamental. We need to distinguish between different types of products and recognise their origin and cultivation methods. We need to be aware of what we buy by learning how to read product labels correctly.” A deliberate choice of our diet that can help to make the difference. For each one of us and for the future of the environment.

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