Alla Festa della Famiglia, secondo giorno di lavori dedicati all’importanza di innovare i processi formativi, investire sui programmi di formazione permanente e di invecchiamento attivo. Cresce l’attesa per l’intervento del premier Monti domani alle 12
Riva del Garda, 26 Ottobre 2012 – Non c’è crescita, economica e sociale, senza formazione. Dalla quale dipende non solo la qualità e la forza dei legami familiari ma anche la sopravvivenza stessa della comunità. Il messaggio arriva dalla seconda giornata di lavori del Festival della Famiglia, organizzato a Riva del Garda dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dalla Provincia autonoma di Trento.
Un programma in più fasi: innovazione dei processi formativi, estensione delle fasi dell’apprendimento anche alla vita adulta e sviluppo di progetti di invecchiamento attivo. A sostenerne l’esigenza è lo stesso sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, intervenuto al convegno: “Oggi facciamo pochi figli e una società che ha pochi figli è più povera, perché non sta investendo sul proprio futuro”. La stessa crisi economica, secondo l’analisi dell’esponente governativo, è figlia di una “generazione che ha usato il bene comune in modo da non consegnarlo intatto ai ragazzi. Ora dobbiamo fare un’opera di riparazione. La scuola deve tornare a mettere al centro i nostri ragazzi, riformandola in modo da investire in formazione, cultura e istruzione”.
Un processo che deve adeguarsi ai profondi cambiamenti demografici e prodotti dalla rivoluzione tecnologica e che deve coinvolgere la popolazione lungo tutta la propria vita. “I processi formativi debbono essere innovati lungo due direttrici”, spiega Angela Nava, Presidente Coordinamento Genitori Democratici. “Occorre cambiare il sistema di istruzione dei bambini, introducendo maggiore flessibilità e apertura al mondo perché il sapere non può più essere solo quello formale dei libri. Ma anche gli adulti sono davanti a una nuova sfida. La perdita del lavoro chiede loro di mettersi in gioco. Servono però agenzie formative in grado di rispondere a tale esigenza. L’apprendimento lungo tutta la vita non è più un mero slogan”.
Purtroppo, l’Italia ha un gap importante da colmare in questo settore rispetto all’Europa, in cui il lifelong learning non è da tempo un concetto astratto. Gli impegni presi con la Strategia di Lisbona a fine anni ‘90 sono su questo campo rimasti pressoché lettera morta. Una situazione causata anche da una mancanza generalizzata di consapevolezza: “Dobbiamo davvero lavorare molto” ammette Davide Guarnieri, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Genitori. “Da molti anni Unesco, Unione europea e altre agenzie internazionali sottolineano l’importanza della formazione permanente. E lo ha dimostrato, con grande rudezza, anche l’attuale crisi economica”.
Ma per far crescere la società occorre valorizzare anche un altro tassello essenziale nelle famiglie italiane: gli anziani. Risorsa fondamentale, sia perché nei prossimi anni l’età media della popolazione continuerà a crescere (nell’ultimo decennio è salita da 41,7 a 43,5 anni) sia perché l’apporto (anche economico) degli anziani è spesso sottovalutato: “Dobbiamo renderci conto – osserva Daniela Pompei, docente di Scienze Sociali all’università Roma Tre e consigliere del ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi – che essi sostengono in modo notevole i loro figli e nipoti: a loro trasferiscono ogni anno una somma che si aggira attorno ai quattro miliardi di euro. Un sostegno indispensabile per le economie familiari in affanno. Inoltre 12 milioni di anziani aiutano l’economia familiare con attività di babysitteraggio, facendo risparmiare 24 miliardi di euro”.
“I programmi d’invecchiamento attivo – aggiunge Alfonso Molina, direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale – rispondono al profondo cambiamento della società, che ha bisogno delle competenze e delle esperienze di tutta la popolazione. Ma su questo punto l’Italia è molto indietro, soprattutto per la mancanza di investimenti economici e di normative adeguate”.
Da qui la proposta, formalizzata al convegno da Michele Mangano, presidente nazionale Auser, associazione che da decenni si occupa della valorizzazione degli anziani, di una “legge quadro nazionale che riconosca l’impegno civico delle persone anziane senza la cui attività volontaria numerosi musei e biblioteche di importanza nazionale rischierebbero la chiusura”, prendendo spunto da quanto fatto in due leggi regionali da Umbria e Liguria.
Domani il Festival della Famiglia arriverà alla sua ultima giornata di lavori. Alla sessione conclusiva è atteso l’intervento del Presidente del Consiglio Mario Monti, che si confronterà sul tema delle politiche familiari con il ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi e con il presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai
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