Questo pomeriggio il via ai lavori del consueto appuntamento organizzato dall’associazione Greenaccord Onlus in collaborazione con la Provincia di Trento e l’Arcidiocesi cittadina. Tema di quest’anno: il ruolo dei territori montani nella crescita economica, sociale e religiosa dell’Umanità. In apertura, relazioni di Mario Tozzi e Franco Cardini.
Trento, 27 Giugno 2013 – Un’occasione per riflettere sull’importanza delle vecchie e nuove vie di comunicazione per il progresso civile e sociale dell’umanità, indagare il rapporto che esse hanno con la costruzione del messaggio religioso e con le tematiche ambientali. E un’opportunità per ricordare il cruciale ruolo che il territorio montano ha sempre avuto per conservare il delicato equilibrio degli ecosistemi terrestri.
Si è aperto oggi pomeriggio in Trentino il X Forum dell’Informazione per la Salvaguardia del Creato, organizzato dall’associazione Greenaccord Onlus, con il supporto della Provincia autonoma di Trento e dell’Arcidiocesi di Trento. Tre giorni di incontri e relazioni, divisi in cinque sessioni di lavoro, alle quali prenderanno parte un centinaio di giornalisti e testate nazionali, regionali e locali.
“Per il nostro territorio è assai importante ospitare questo Forum – ha commentato Mauro Gilmozzi, assessore all’Urbanistica,Lavori pubblici e Viabilità della Provincia autonoma di Trento. “Infatti in questo modo possiamo enfatizzare il tema della montagna, spesso considerato un limite ed è invece un grande punto di incontro, che ospita reti funzionali all’incontro tra persone e popolazioni diverse che consentono di vivere ancora questi luoghi. Questo modello, costruito con grande fatica, è fondamentale per garantire un futuro alle Alpi e, di conseguenza, a molti degli ecosistemi europei”.
“La sfida più interessante sarà quella di scoprire come le vie di comunicazione si intersecano con la cura della Casa comune” ha osservato Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord Onlus, nel suo saluto inaugurale, alla presenza dell’Arcivescovo di Trento, Mons. Luigi Bressan. “Molte antiche vie di cammino sono ormai cancellate, tanti corsi navigabili ormai non lo sono più, tante linee ferroviarie storiche sono state dismesse. E di certo questo non aiuta a garantire la necessaria tutela del territorio, essenziale per evitare che ogni pioggia porti con sé disastri naturali e danni economici e in termini di vite umane”.
Un tema ripreso e approfondito nella relazione inaugurale affidata a Mario Tozzi, celebre divulgatore scientifico e ricercatore presso l’Istituto di Geologia ambientale e Geoingegneria: “In Italia – ha spiegato Tozzi – avviene, in media, uno smottamento ogni 45 minuti e periscono, per frana, sette persone al mese. Già questo è un dato poco compatibile con un Paese moderno, ma praticamente in tutta Italia frane e alluvioni sono la nostra emergenza quotidiana. I nostri bacini idrogeologici sono talmente sconciati che, se domani si ripetessero le piogge del famigerato novembre 1966, i danni sarebbero cento volte più gravi. Questo nonostante oggi la protezione civile sia molto più efficiente di solo venti anni fa. Le frane sono un fenomeno naturale, ma non lo sono le migliaia di morti né le azioni dell’uomo che le innescano al di là delle condizioni naturali”.
Si è invece concentrata sulla prospettiva antropologico-storica della concezione del Sacro/Divino nelle differenti civiltà susseguitesi nella storia umana la relazione dello storico Franco Cardini, ordinario di Storia medievale all’Istituto italiano di Scienze umane. “In tale prospettiva – ha osservato Cardini – è centrale la rivoluzione proposta dal messaggio trascendente e non più immanente, storico e non più mitico del Dio di Abramo, che irrompe nella storia e stabilisce un patto con l’uomo”. Una rivoluzione che costringe a modifica profondamente il modo d’intendere quel che in latino s’indicava con il termine ‘religio’: “Essa obbliga a ridefinire anche il tessuto spazio-temporale dell’incontro tra l’umano e il Divino. Santuari, luoghi santi, strade e méte di pellegrinaggi vengono ridefiniti non già sulla base della ricerca di ‘luoghi cratofanici’ nei quali il Divino/Numinoso si manifesta, bensì su quella dei luoghi e dei momenti nei quali il Divino ha fatto irruzione nella storia e che di tali momenti sono testimonianza”.
Proprio per sottolineare l’importanza di un apporto positivo e attivo dell’uomo per garantire un’adeguata tutela degli ecosistemi e per ricordare l’apporto delle vie di comunicazione montane nella crescita spirituale dell’Umanità, la sessione inaugurale del Forum è stata ospitata a Borgo Valsugana, dove ogni anno si svolge Arte Sella, manifestazione internazionale di arte contemporanea che si tiene fra i prati e i boschi della Val di Sella: un’esposizione qualificata di opere d’arte ma anche un processo creativo nel quale l’artista deve esprimere il proprio rapporto con il Creato. “Arte Sella – spiega il presidente Giacomo Bianchi – ben si presta a collaborare con il Forum Greenaccord perché entrambi, in modi diversi, puntiamo a sottolineare l’importanza dell’incontro tra diversi linguaggi (artistico, naturale, spirituale, economico) per la crescita umana”.
Le successive sessioni saranno invece ospitate nella sede della Provincia di Trento. Le relazioni di venerdì avranno l’obiettivo di approfondire il ruolo commerciale e strategico delle vie di comunicazione montane. Interverranno tra gli altri, Annibale Salsa, docente di Antropologia culturale all’università di Genova, Witti Mitterer, cofondatrice dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, Cesare Lasen, presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Sergio Bettotti, dirigente generale del dipartimento Innovazione e Ricerca della Provincia autonoma di Trento.
Sabato 29 Giugno, spazio invece ai temi più religiosi e di comunicazione ambientale. Si analizzeranno in particolare le proposte e sensibilità ecologiste che hanno caratterizzato il magistero degli ultimi tre Pontefici. Interverranno tra gli altri, monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica dell’università di Roma Tor Vergata, Carlo Di Cicco, vicedirettore dell’Osservatore Romano.The text is available only in Italian