Lo rivela l’analisi di Alison Power, docente di Biologia evolutiva alla Cornell University, intervenuta all’XI Forum internazionale per la Salvaguardia della Natura. Il dato negativo connesso dall’agricoltura intensiva che non rispetta i servizi ecosistemici. L’esigenza di cambiare modello agricolo, puntando su diversificazione e colture sostenibili
Napoli, 9 Ottobre 2014 – Piccole, spesso sottovalutate, ma cruciali per il futuro della sicurezza agricola mondiale. “La diminuzione degli animali impollinatori può produrre un impatto negativo nella produzione del 75% delle colture alimentari mondiali”. Nessun allarmismo ma, dati alla mano, solo una previsione di buon senso. A farla, Allison G. Power, docente di Ecologia e Biologia evolutiva alla Cornell University di New York, intervenuta all’XI Forum Internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura, organizzato dall’associazione di giornalismo ambientale Greenaccord Onlus, in collaborazione con il Comune di Napoli.
L’analisi della Power parte dalla considerazione che ¾ delle specie agricole utilizzate nell’alimentazione (e il 65% di tutte le specie vegetali) richiedono un’impollinazione animale che è praticamente impossibile sostituire con tecniche artificiali. Facilmente comprensibili le conseguenze, in termini di accesso al cibo e di impatto economico sulle produzioni agricole. In Europa, Nord America e Asia il valore garantito agli agricoltori dall’impollinazione può arrivare a 1200 euro per ettaro. E varie ricerche hanno calcolato che le perdite di soggetti impollinatori proseguono a ritmi impressionanti: in Europa la moria delle colonie di api si attesta su una media del 20%. E, secondo dati Unep, il Nord America ha ormai il minor numero di impollinatori domestici dell’ultimo mezzo secolo.
“Una situazione da considerare con grande attenzione” spiega Power, che punta il dito, tra gli altri fattori, sull’attuale sistema agricolo basato sempre più su un’industria intensiva e monocolturale. “Un danno non solo per gli animali impollinatori ma per gli interi sistemi ecosistemici, quei benefici forniti all’uomo dagli ecosistemi terrestri (offerta di nutrienti, acqua potabile, combustibili, controlli climatici, valori ricreativi e culturali)”.
E proprio sulla tutela dei servizi ecosistemici si sofferma Power sottolineando il grande valore economico che essi offrono anche se non figura nei calcoli dei Prodotti interni lordi dei singoli Paesi. Da qui la proposta di cambiare l’approccio agricolo, puntando su diversificazione delle colture e introducendo sistemi che permettano di pagare i fornitori di servizi ecosistemici. “Visto che a fruire di tali servizi è la collettività – osserva Power – è giusto che tutti paghino per essi. Ma sistemi di misura in tal senso sono ancora futuribili in quasi tutto il mondo”.
Nei quattro giorni di dibattiti e confronti, l’XI Forum dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura affronterà il rapporto tra produzioni agricole, problemi di malnutrizione e modelli di sviluppo, partendo dalla fotografia del mercato agricolo mondiale e dal ruolo degli attori coinvolti per arrivare a prospettare le possibili linee di riforma che permettano di aggredire in modo efficace la piaga della fame.
Tra i relatori in programma, ricercatori e analisti di prestigiose organizzazioni: FAO, Caritas Internationalis, Worldwatch Institute, Coldiretti, Bioversity International, UNDP, European Network of Agricultural Journalists e Slow Food.
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Naples, 8-11 October 2014
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Pollination: negative trend affects 75% of food crops
Alison Power, professor of Evolutionary Biology at Cornell University, reveals it in her presentation at the XI International Media Forum for the Protection of Nature. The negative trend is associated with intensive farming that does not respect ecosystem services. There is a need to change the agricultural model, focusing on biodiversity and sustainable crops.
Napoli, 9 October 2014 –
Tiny, often underestimated but crucial for the future of the world’s agriculture security. “A decline in pollinator populations may affect the world’s food crop yields by 75%”. No false alarmism but a prediction based on data and common sense that Allison G. Power, professor of Ecology and Evolutionary Biology at Cornell University of New York, made at the XI International Media Forum for the Protection of Nature organised by Greenaccord Onlus- the association of environmental journalism- in cooperation with the City of Naples.
Power’s analysis originates from the fact that ¾ of the crop species used in nutrition (and 65% of all vegetable species) require pollinating insects that cannot be replaced by mechanical techniques. The consequences of this on food access and its economic impact on crop production are easy to foresee. In Europe, North America and Asia the pollination value guaranteed to farmers may reach 1200 euros per hectare. Various studies estimate that the loss of pollinators is rising dramatically: in Europe, bee colony collapse is likely to be around 20%. According to Unep, North America has the smallest number of domestic pollinators in fifty years at present.
“This should be taken seriously,” Power says, blaming, among other things, the present farming system based on intensive and monocropping strategies. “A damage for both animal pollinators and the entire ecosystems services made available to man by earth ecosystems (nutrient cycling, drinkable water, fuels, climate control, recreational and cultural values).
Power insists on the importance of safeguarding ecosystem services and on their high economic value that is not normally included in the calculations of a country’s GDP. Hence, the proposal to change the agricultural approach and to focus on crop diversity and on the implementation of systems that reward financially the suppliers of ecosystem services. “It’s a service for the community and everyone should pay for it,” Power observes. But similar systems are still futuristic in most parts of the world”.
During the four days of debates and discussions, the XI Forum on the Protection of Nature will address the topic of the relationship between agricultural production, malnutrition and development models, starting from the picture of the world agricultural market today and the role of the actors involved to envisage possible guidelines of reform that will enable to effectively fight against hunger.
Among the speakers in the program, researchers and analysts of prestigious organizations: FAO, Caritas Internationalis, Worldwatch Institute, Coldiretti, Bioversity International, UNDP, European Network of Agricultural Journalists and Slow Food
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