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Famiglie, giovani, fedeli: dal loro impegno la conversione ecologica della societàThe text is available only in Italian

Per costruire stili di vita compatibili con la tutela del Creato lo sforzo di famiglie e future generazioni è cruciale. Questo il filo conduttore delle relazioni della prima sessione di lavori della Giornata di studio “Famiglie, custodisci il Creato” promossa dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e dall’associazione Greenaccord

Roma, 29 Marzo 2014 – L’illustre teologo e il giovane ambientalista, due eminenti economisti particolarmente impegnati sul fronte dello sviluppo sostenibile e una famiglia che ha deciso di puntare sull’agricoltura non solo come opzione imprenditoriale ma come scelta di vita. Tanti approcci diversi per rispondere a tre domande fondamentali: come si possono costruire stili di vita che siano al tempo stesso sostenibili e auspicabili? Come si può cambiare il modello economico e di consumi? E quale contributo possono dare le famiglie in tal senso?

Sono le direttrici lungo le quali si sono sviluppati gli interventi dei relatori che hanno preso parte alla sessione mattutina di “Famiglia, custodisci il Creato”, giornata di studio organizzata in Vaticano (Sala San Pio X, via della Conciliazione 5) dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e dal network di giornalisti ambientali Greenaccord Onlus.

Ad aprire il ciclo di relazioni, la lectio magistralis del metropolita di Helsinki, Ambrosius, nella quale il prelato ortodosso ha sottolineato l’esigenza di rafforzare l’etica ambientale, affiancando ad essa l’ethos cristiano. “Dire alle persone: ‘vivi una vita semplice e certamente contribuirai a un ambiente migliore’ è facile ma non basta. Il motivo è che una solida etica ambientale non è sufficiente. Abbiamo infatti bisogno anche di una cornice di spiritualità ambientale, che accompagni il nostro piano d’azione” osserva Ambrosius. Che invita i credenti a fare proprio l’insegnamento di Cristo volto a un affrancamento dai desideri innaturali ed eterodiretti.

“Riuscire a spossessarsi dei beni materiali – prosegue Ambrosius – ci rende più interessati alla vita piuttosto che alla morte. Finché ci ostineremo a voler possedere il mondo, vedremo nella morte il maggiore ostacolo a tale conquista. Quando noi invece riusciremo in questo percorso di affrancamento, ritroveremo l’interesse per l’altro. Diverremo più attenti alle voci del prossimo e alla voce del Creato. Diverremo amici reciproci e fratelli del Creatore. E, cosa ancora più importante, diverremo naturalmente predisposti alla relazione con l’altro. Impareremo finalmente che ciò che è buono per gli altri diviene una voce interiore d’amore dentro di noi, che zampilla come una fontana, rompendo le nostre bramosie innaturali”.

Spunti di riflessione profonda che è poi compito degli economisti tradurre in modelli praticabili. “Ci manca un paradigma alternativo rispetto all’attuale codice economico basato sulla bulimia dei consumi” denuncia Luigino Bruni, economista dell’università Lumsa di Roma e coordinatore della Commissione internazionale Economia di comunione. “Nell’attuale modello consumistico abbiamo costruito una relazione sbagliata tra consumo e tempo. Ci siamo abituati a consumare tutto ciò che abbiamo in modo troppo veloce, senza darci il tempo di utilizzare a pieno quanto acquistiamo e utilizziamo”.

Analisi condivisa dal collega Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth Institute della Columbia Universityche ha sottolineato l’esigenza di realizzare tre grandi trasformazioni: “Il primo cambiamento deve condurre a un nuovo sistema energetico in grado di ridurre drasticamente la produzione di anidride carbonica e contribuire a fermare il climate change provocato dall’uomo. Il secondo cambio è nell’agricoltura, perchè abbiamo bisogno di diffondere sistemi agricoli più sostenibili in grado di tutelare gli ecosistemi terrestri, piuttosto che continuare a impoverirli. C’è poi bisogno di un cambio di educazione per i giovani di tutto il mondo. Ci serve il loro contributo per costruire un modello di sviluppo realmente sostenibile”.

In tal senso è paradigmatica la storia di Felix Finkbeiner. Perché, quando aveva nove anni, dopo una lezione a scuola sul disboscamento e sull’importanza della fotosintesi clorofilliana, si mise in testa un sogno: piantare un milione di alberi in tutto il mondo entro un decennio. Dall’idea di quel ragazzo che oggi di anni ne ha sedici, si è sviluppato il movimento Plant-for-the-Planet che conta 23 piccoli ambasciatori ed è presente in oltre 70 Paesi. “Le nuove generazioni hanno una missione ineliminabile” racconta Felix alla platea. “Dobbiamo lavorare insieme per contrastare i problemi globali perchè ci rendiamo conto che, se non iniziamo a risolverli adesso, li dovremo affrontare in futuro e dovremo noi convivere con i danni causati da essi”.

Ma altrettanto importanti dei movimenti di sensibilizzazione ambientale sono le storie di chi ha scelto di far parte del processo di conversione ecologica investendo in prima persona sulla terra. Sia come strumento di guadagno economico sia come scelta di vita, per far crescere i propri figli in un ambiente più sano e naturale. Emblematica è la testimonianza di Valentina Binno, presidente di Giovani Impresa di Coldiretti Piemonte che, insieme al marito Marco Bosco, possiede un’azienda agricola in provincia di Alessandria. “Abbiamo scelto di rimanere in campagna perché il lavoro con la terra dà soddisfazione. Vedi crescere ciò che semini, vedi il risultato dei tuoi sforzi”, spiega Valentina, che sottolinea nel suo intervento il valore aggiunto, anche educativo, offerto dal contatto diretto con la terra per chi ha bambini piccoli. “Possono essere lasciate più libere. Possono giocare all’aperto e scoprono cose che in città sarebbero loro precluse. Il contatto con il territorio permette di crescere comprendendo il giusto valore che c’è dietro al rapporto tra individuo e patrimonio naturale”.

Nella sessione pomeridiana parleranno P. Guido Innocenzo Gargano, monaco camaldolese di San Gregorio al Celio e professore straordinario di patrologia al Pontificio Istituto Orientale; Gary Gardner, ricercatore del Worldwatch Institute; Leonardo Becchetti, economista dell’università Tor Vergata.

La giornata sarà conclusa dalle testimonianze di una delle famiglie napoletane che hanno partecipato al progetto “La Terra è casa tua” realizzato da Greenaccord insieme alla Diocesi di Napoli con il fine di favorire l’adozione di stili di vita sostenibili, e di una famiglia che vive il dramma della “Terra dei Fuochi”. Le conclusioni dell’evento saranno affidate al card. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.

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